Urbanistica
Firenze ha bisogno di visione, di politica e di progettualità. Viviamo gli effetti di decenni di urbanistica poco coraggiosa, fatta di interventi parziali, di privatizzazione e svendita del patrimonio pubblico, di concessioni alla speculazione privata, abbiamo bisogno che la città torni protagonista del proprio sviluppo.
La risposta non può essere trovata in un’idea di urbanistica contrattata, dove il pubblico comunque si pone in modo subalterno rispetto ai privati per il reperimento di risorse, o il recupero di spazi.
Abbiamo bisogno di progetti seri e ambiziosi che affrontino la crisi abitativa e la crisi climatica, che siano orientati alla vivibilità, alla qualità, alla mobilità, alla salute per la popolazione intera, senza distinzioni tra centro storico e il resto della città, senza che la differenza tra le esigenze di residenti e utenti temporanei produca vantaggi per alcuni a scapito di altri.
La crisi abitativa a Firenze ha due traiettorie: privatizzazione ed eccessiva turistificazione. Sebbene la coesistenza tra turisti e residenti è sempre stata considerata un valore, negli ultimi anni la situazione è drasticamente peggiorata: un turismo senza regole è cresciuto smodatamente, sia nel centro storico che nelle periferie, a scapito delle e dei residenti. Oggi, trovare un’abitazione in affitto per chi lavora o studia a Firenze è diventata un’impresa quasi impossibile. Le ultime amministrazioni non sono riuscite a contenere il fenomeno, adottando misure goffe e una retorica ambigua. Anche la narrazione del piccolo proprietario che mette a reddito la propria abitazione nel centro storico è ormai tramontata: grandi società detengono o gestiscono molteplici proprietà rivolte esclusivamente agli affitti turistici, realizzando di fatto “alberghi diffusi”, col vantaggio di non essere vincolati alle norme imposte ad alberghi, B&B e affittacamere. Il turismo produce un doppio effetto: all’aumento della rendita corrispondono stipendi bassi, a causa della natura strutturalmente poco professionalizzata delle mansioni svolte in questo settore, il turismo produce quindi una polarizzazione delle dinamiche abitative, alimentando il valore della rendita e rendendo impossibile l’accesso alla casa.
La riduzione degli immobili disponibili per affitti a lungo termine, e la continua domanda di soluzioni di lusso, ha prodotto un aumento dei prezzi che impediscono ad ampie fasce di popolazione, non solo a quella più fragile ma anche a chi dispone di redditi da lavoro, di abitare a Firenze. La nostra proposta vuole invertire questa tendenza, investendo nella tutela del diritto all’abitare, incentivando l’affitto a lungo termine (tutelando anche il diritto della piccola proprietà), mappando il patrimonio sfitto, e promuovendo l’edilizia pubblica e sociale.
La nostra visione è per una Firenze vivibile per tutte e tutti, che investe nei servizi di prossimità, nella mobilità lenta e nella pedonalità, nei servizi allo studio, nella rinaturalizzazione. Una Firenze guidata da un’urbanistica coraggiosa e rivolta al futuro.
Per farlo abbiamo bisogno di realizzare concretamente un percorso che dia contenuti veri all’urbanistica partecipata e all’urbanistica di genere. Il Piano Operativo non si può ridurre a una dinamica burocratica asimmetrica, dove solo il Comune e le grandi realtà economiche (o le grandi proprietà) hanno modo di incidere realmente. Spezzando questa logica si potrà anche superare una città costruita secondo pregiudizi e visioni ormai anacronistiche. Per farlo, il punto di partenza è la totale accessibilità dei dati (relativi alla situazione del patrimonio immobiliare e all’uso della città).
Proposte:
- Censimento del patrimonio sfitto e inutilizzato (pubblico e privato) come base per organizzare le azioni di contrasto alla speculazione della rendita.
- Redazione e finanziamento entro 2 anni dall’insediamento di un piano di ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) per rendere disponibile il 100% del patrimonio pubblico abitativo e aumentare del 30% in 5 anni il numero assoluto di alloggi gestiti dall’amministrazione.
- Avviare un confronto reale con Regione Toscana sulla sostenibilità dell’attuale gestione del patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica e tutelare il futuro pubblico di questo settore.
- Maggiori incentivi fiscali per chi sceglie di affittare a lungo termine, prevedendo meccanismi di particolare tutela per le piccole proprietà.
- Rinnovo degli accordi territoriali per i contratti a canone concordato.
- Istituzione di bandi per la creazione e il sostegno di cooperative di inquiline e inquilini in modo da incentivare il recupero a fini abitativi della residenza dei “vuoti urbani” e salvarli dalla speculazione.
- Istituzione di un servizio comunale di sostegno della residenza nella gestione degli effetti della presenza di case all’interno del proprio condominio messe sul mercato degli affitti brevi.
- Istituzione di un tavolo permanente per l’urbanistica di genere, con l’obiettivo di una redazione di variante al POC per integrare questi principi nel Piano Operativo Comunale.
- Adeguamento dei valori della monetizzazione dell’edilizia sociale, impedendo e bloccando questa pratica ovunque possibile, o comunque scegliendo sempre altre soluzioni come criterio di scelta politica.
- Inserimento di regole tese a contrastare il dilagare incontrollato degli affitti brevi all’interno delle future convenzioni dei piani attuativi. Estensione delle norme attualmente previste nella sola area UNESCO in tutta la Città, coordinandosi con gli altri comuni dell’area metropolitana.
- Adozione di un piano per la città basato sullo sviluppo dei servizi di prossimità.
- Superamento della categoria di periferia. Verificare dove c’è assenza di servizi pubblici e prevederne l’insediamento entro cinque anni.“Grandi manutenzioni contro grandi opere”: priorità alla manutenzione, alla cura e al potenziamento delle infrastrutture esistenti, come strade, ferrovie urbane sottoutilizzate e parchi, rispetto all’avvio di nuovi progetti.
- Investire risorse proprie e promuovere programmi coordinati con altri Enti per garantire la manutenzione del territorio, anche alla luce dei cambiamenti climatici e dei disastri ambientali possibili.
- Progetti strategici di recupero dei vuoti urbani (per esempio Rovezzano e Campo Marte, così come in tutta la Città).
- Realizzazione di strade e piazze scolastiche a tutela della circolazione di studenti e studentesse.
- Creazione del parco pubblico intitolato ai Caduti sul lavoro nell’area dell’ex panificio militare di via Mariti, in ricordo delle vittime della recente strage e come simbolo per una sensibilizzazione alla cultura della sicurezza sul lavoro, concordando con la proprietà.
- Creazione di spazi verdi nelle aree più urbanizzate e dando priorità alle aree segnate dalle isole di calore.
- Creazione di un percorso permanente di urbanistica partecipata, per costruire un nuovo Piano Operativo che corrisponda ai bisogni della residenza, così da rendere ogni variante un’occasione di dibattito pubblico.