Inclusione e contrasto alle discriminazioni
Anche oggi, gli spazi pubblici sono spesso segnati da forti pregiudizi di genere, che comprimono i diritti e le libertà. Promuovere politiche attente alla vita delle persone LGBTQIA+ non può prescindere dal ripensamento degli spazi pubblici secondo un approccio partecipativo e sensibile alle diversità, affinché diventino inclusivi e rispondano ai bisogni delle soggettività che abitano e attraversano quei luoghi. Un percorso che prevede un maggior coinvolgimento della comunità, ma anche campagne di formazione rivolte al personale della pubblica amministrazione e di sensibilizzazione per tutta la cittadinanza.
La nostra è una proposta politica aperta e intersezionale che vuole contribuire a trasformare Firenze in una #LGBTIQFreedomZone, andando nella direzione indicata dal Parlamento Europeo. La nostra è una prospettiva che guarda a un futuro intergenerazionale per tornare all’idea di una società del bene comune, da costruire secondo le esigenze di chi la vive e di chi vuole contribuire a migliorarla, abbandonando ideologie oscurantiste che vedono la diversità come un muro per separare e ghettizzare le persone, le identità, i corpi.
Le discriminazioni si combattono garantendo servizi assistenziali che rispondano alle esigenze di tutte le persone. Per questo lavorare sui consultori per rafforzarli, le residenze assistite per garantire servizi e sostegno alle famiglie, sostenere e monitorare il lavoro di ASL per offrire una salute di genere e percorsi adeguati a tutta la cittadinanza, è uno dei compiti che l’amministrazione dovrà avere.
L’intersezionalità è il contrario della chiusura delle individualità in comunità in contrasto tra loro.
Il Consiglio delle persone straniere deve avere ampia autonomia e promuovere misure di contrasto efficace a ogni forma di discriminazione per colore della pelle, confessione religiosa, lingua e di altro tipo.
I servizi di accoglienza e di accompagnamento di persone minori non accompagnate non hanno abbastanza supporto da parte delle istituzioni. Si tratta di un ambito in cui trovano spazio meccanismi di sfruttamento e illegalità. La nostra posizione è da sempre contraria a ogni CPR o altro luogo in cui viene tolta la libertà senza che sia stato commesso alcun reato. Sappiamo però che deve essere costituito un modello alternativo che possa funzionare, mentre oggi troppo è scaricato sugli appalti e il volontariato, riducendo un tema sociale a una questione morale. Invece non è “buonismo” voler evitare che sul territorio si producano situazioni di guerre tra persone povere, o comunque in difficoltà economiche.
Sul territorio si sta sviluppano una sempre maggiore consapevolezza sui diritti degli animali. L’antispecismo è troppo spesso oggetto di pregiudizi. Ribadiamo la necessità di superare lo sfruttamento dei cavalli per finalità di turismo, garantendo la possibilità di altre attività a chi svolge quella dei cosiddetti “fiaccherai”. Anche le attività circensi possono svolgersi senza sfruttamento degli esseri viventi.
Nelle mense pubbliche vanno potenziate e rafforzate corrette abitudini alimentari, creando una rete di protocolli con le attività di refezione di altri enti, cercando accordi anche con i soggetti privati.
Proposte:
- Tornare a far riunire il Consiglio delle persone straniere, dotandolo di strumenti che permettano di muoversi anche in modo autonomo, dialogando in modo strutturale con Consiglio comunale e Consigli di Quartiere.
- Dotare di autonomia e strumenti la Consulta per il contrasto ad ogni forma di discriminazione e per i diritti delle persone LGBTQIA+.
- Dare piena applicazione all’Identità Alias in tutti gli uffici e le strutture di competenza del Comune e garantire il rispetto, da parte del personale della pubblica amministrazione, dei bisogni delle persone trans e non binarie.
- Proseguire e rafforzare la trascrizione di tutte le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali nei registri dell’anagrafe indicando entrambi i genitori.
- Finanziare programmi di formazione per il personale della pubblica amministrazione, in particolare la polizia municipale e gli operatori e le operatrici dei servizi sociali, riguardo alle tematiche LGBTQIA+.
- Introdurre una Carta Etica che diventi punto di riferimento per l’amministrazione comunale, le cooperative e le imprese coinvolte nell’erogazione di servizi pubblici per garantire pari tutele e inclusione.
- Promuovere campagne di contrasto all’odio e alle discriminazioni, per il pieno consenso sessuale e contro ogni forma di violenza, affinché diventino strumenti permanenti e patrimonio comune.
- Lottare contro ogni forma di precarietà mestruale, prevedendo una distribuzione generalizzata e gratuita dei dispositivi igienico-sanitari in tutte le strutture di competenza del Comune.
- Promuovere un’offerta culturale tematica queer e spazi pubblici sicuri dove le persone queer possano sentirsi pienamente accolte.
- Potenziare la Rete di Solidarietà per ogni quartiere, riconoscendo autonomia decisionale e capacità di gestione delle risorse.
- Sostenere le attività di educazione alle differenze e alle relazioni tra i generi anche con percorsi di formazione mirati per il personale di scuole, Polizia Municipale e degli uffici a contatto col pubblico.
- Potenziare i centri diurni, di competenza comunale, e le residenze stabili, di competenza delle ASL, ma su cui il Comune ha comunque un potere di indirizzo. Incentivare e svolgere attività al loro interno che coinvolgano mondi esterni, divenendo occasioni per un interscambio generazionale.
- Dando funzioni e poteri ai Quartieri avviare percorsi in cui contrastare efficacemente discriminazione di genere e violenza sulle donne, offrendo gratuitamente riferimenti sia per donne che per uomini.
- Rivendicare e monitorare che nell’ambito degli interventi delle ASL sia presente e strutturata una strategia per la salute di genere.
- Potenziare i consultori come strumento indispensabile per la salute sessuale, riproduttiva e psicologica, in rapporto con le ASL.
- Vigilare nel rapporto dialettico tra amministrazioni affinché siano garantiti i percorsi specialistici, in particolare per i/le minori, per la disforia di genere, come ad esempio il centro specifico dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi.
- Garantire piena operatività e facilità di accesso alla banca dati nazionale per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), promuovendo una campagna di informazione.
- Avviare un percorso pubblico di confronto con i diversi enti che operano nelle strutture pubbliche, a partire da quelli di carattere religioso, interrompendo privilegi che favoriscano alcune realtà, a discapito dei servizi pubblici.
- Superare lo sfruttamento degli animali per ragioni turistiche e di intrattenimento, garantendo un’alternativa a chi rischia di vedere compromessa la propria attività lavorativa.
- Promuovere corrette politiche alimentari, sempre più consapevoli, nelle mense, pubbliche e private.