Bilancio, partecipate, servizi sanitari e sociosanitari
Tra le prime azioni da fare ci sarà quella di riorganizzare tutte le attività del Comune concordando il funzionamento in modo partecipato con il personale. Le lavoratrici e i lavoratori devono poter garantire al meglio i servizi alla cittadinanza, trovando un luogo di lavoro democratico, dove contribuire al massimo anche per comprendere come gestire al meglio le risorse del bilancio. In quest’ottica vanno ridotte al minimo le assunzioni di personale esterno “a chiamata”, su incarico di fiducia del Sindaco o comunque di sua nomina. Maggiore attenzione dovrà essere data al ricambio delle figure dirigenziali, secondo le disposizioni e le normative già vigenti.
Il rapporto tra Comune e partecipate deve cambiare. Anche in questo caso occorre un ruolo più incisivo e presente del pubblico, evitando un rapporto “a porte girevoli”, tra incarichi politici e aziendali. Si è proceduto progressivamente a privatizzare ed esternalizzare (basta pensare al caso di Ataf), invece la logica va invertita, anche perché non è un costo, ma un’opportunità dell’Ente, anche economica.
L’operazione Multiutility va bloccata, a prescindere dall’ipotesi di quotazione in borsa.
Progressivamente si può arrivare in pochi anni a un vero e proprio bilancio partecipativo, stabilendo cifre da far decidere ai Consigli di quartiere, dopo percorsi partecipativi reali (spesso sono solo modi in cui fingere di ascoltare e promuovere l’Amministrazione in carica). Anche per aiutare questo percorso è necessario superare l’elezione diretta delle presidenze di Quartiere (per l’elezione diretta del/la Sindaco/a occorre una norma nazionale, auspicabile e necessaria).
Occorre rafforzare la fiducia dei cittadini nella capacità delle Amministrazioni di perseguire gli obiettivi annunciati, elaborando in modo trasparente e partecipato indicatori che consentano a chiunque di comprendere e valutare l’efficacia dell’azione amministrativa. Ciò è strettamente legato anche all’accesso ai servizi, soprattutto per la popolazione anziana.
La riduzione del personale dipendente e dei tempi di apertura al pubblico costituisce un ostacolo significativo alla fruizione dei servizi erogati dall’amministrazione comunale. È fondamentale semplificare la comunicazione con gli uffici al fine di ridurre le disparità informative e migliorare il rapporto della cittadinanza con le istituzioni, senza gravare su sindacati, patronati, volontariato e altre realtà attive in questi ambiti.
Per i servizi sanitari e sociosanitari occorre superare un equivoco. Non è vero che gli enti locali non hanno competenze. Il Comune di Firenze esprime la presidenza della Società della Salute e ci sono tante realtà che dipendono direttamente da Palazzo Vecchio nel sociale. La programmazione delle Case della Salute e future Case di Comunità e di nuovi servizi di prossimità deve avvenire dal basso. La prima cosa da fare è costituire una carta informativa di tutti i diritti che spettano alle persone, anche laddove siano evidentemente non esigibili. Come esempio usiamo le liste di attesa: abbiamo svolto una funzione di collegamento tra cittadinanza, stampa e Ufficio di Difesa Civico della Regione per un paio di anni. Segnalare i diritti negati e pretendere che trovino risposta è una cosa che può essere fatta sistematicamente, costruendo risposte sempre meno parziali.
Una popolazione con un’età anagrafica media sempre più elevata avrà sempre più bisogno di nuovi servizi, da garantire in modo universale ed equo, a carico della fiscalità generale. Il privato sociale e il privato puro sanno che questo è un ambito di forte crescita secondo numerosi studi finanziari. Dobbiamo prenderci cura di noi e di chi saremo fra alcuni anni. Le persone devono aver diritto di invecchiare e concludere la propria vita dove vogliono, anche all’interno delle proprie abitazioni.
Le malattie devono essere accompagnate, quando non si possono curare, rispettando l’autodeterminazione e la dignità della persona. Su questo il Comune è la realtà dello Stato di maggiore prossimità e non può rinunciare a ripensare il proprio ruolo.
Proposte:
- Attribuzione di poteri di spesa ai Quartieri, tramite individuazione di quote di bilancio a loro dedicate, con autonomia decisionale in ordine alla loro allocazione.
- Definizione di quote di bilancio partecipativo da destinare a interventi definiti col coinvolgimento diretto della cittadinanza nel processo decisionale. Istituzionalizzazione quindi di pratiche di bilancio partecipato che permettano, in maniera progressiva nell’arco di 5 anni, di sperimentare un coinvolgimento diretto della cittadinanza nella definizione degli obiettivi e delle priorità di spesa per il bilancio preventivo.
- Redazione di un Bilancio di Genere che fornisca dati in modo chiaro e accessibile.
- Elaborazione di indicatori che rendano verificabile per chiunque il raggiungimento degli obiettivi dell’amministrazione.
- Superamento della Flat Tax Irpef, introducendo la progressività prevista dalla nostra Costituzione.
- Cessazione della pratica di mettere a bilancio preventivo gli elevati introiti da sanzioni per violazioni stradali e contemporanea destinazione dei relativi incassi ad interventi per la sicurezza stradale; inserire nei bilanci le entrate effettivamente registrate nell’anno fiscale precedente, eliminando così l’effetto “obiettivo di bilancio” sulle sanzioni.
- Superare la logica dei bonus con importanti investimenti (esempio: edilizia residenziale pubblica) a guida pubblica. Nidi, mensa, Tpl, per recuperare risorse da investire direttamente in sistemi di servizi gratuiti o a basso costo per tutti e tutte.
- Per quanto riguarda l’internalizzazione dei servizi di refezione, verificare che l’esperienza di Qualità&Servizi non venga stravolta dalle dimensioni dell’utenza fiorentina, rispetto a quella della Piana, tutelando in ogni modo chi oggi opera in appalto (sia in termini di continuità occupazionale che di diritti e salario).
- Coinvolgere le associazioni impegnate sul fronte delle disabilità e delle invalidità, a partire da quelle coinvolte sui progetti di vita indipendente, per prevedere un ruolo attivo dei Quartieri e del Comune nella costruzione delle risposte ai loro bisogni.
- Rendere politico il tema della salute mentale. Non può essere tutto ridotto ad un servizio di supporto psicologico. Ci sono tanti temi sociali che causano malessere e che devono trovare spazi in cui potersi esprimere, all’interno di nuovi spazi da realizzare.
- Superare l’elezione diretta del/la Presidente di Quartiere e rivedere, in senso rafforzativo per la partecipazione diretta i regolamenti per le Consulte e per i referendum.